Palazzo Comunale

Il Palazzo è stato costruito nel 1790. Fu progettato dall’architetto Mattia Capponi di Cupramontana e presenta una facciata con tre archi e due nicchie che danno accesso ad un porticato a crociera.

E’ una delle più antiche costruzioni di Appignano, ma la sua originaria struttura è spesso mutata nel tempo fino ad arrivare all’aspetto attuale. Tra la fine del Cinquecento e gli inizi del Seicento esso era dotato di un prospetto con loggia in cui venivano dipinti gli stemmi dei nuovi pontefici eletti, ed era anche il luogo destinato ad ostentare la collettiva devozione a Maria Vergine. La Madonna era protettrice della comunità, così, il 26 aprile 1605, all’indomani dell’elezione di Clemente VIII Aldobrandini, questa dispose di far dipingere presso la loggia del Palazzo l’arme del nuovo papa e l’immagine della Madonna con il Bambino. Nel 1627si stabilì di far dipingere un’altra figura della Madonna su di una parete della sala destinata ad accogliere le adunanze consiliari. All’incirca nello stesso periodo si avviò la lunga vicenda conservativa del palazzo, destinata a trascinarsi fra interventi consistenti ed altri meno significativi. Solo dalla metà del Settecento, con l’aggravarsi dei problemi strutturali si iniziò a meditare su opere di ampio respiro e su radicali ristrutturazioni. Infatti nel febbraio 1755 il palazzo risultava ancora pericolante in ogni sua parte e la situazione continuava ad aggravarsi. Venne convocato l’architetto Giuseppe Presani per valutare le condizioni del palazzo e quali provvedimenti adottare. Egli suggeriva di demolire il vecchio palazzo e costruirne uno nuovo di minori proporzioni e distribuito con un migliore criterio internamente. Il suo piano di ricostruzione non fu accettato e si richiese un’altra perizia. Nell’adunanza consiliare del 23 novembre 1756 si decise di demolire solo la parte superiore del palazzo. Però nel 1760 i lavori non erano ancora iniziati, ebbero inizio nell’aprile dell’anno successivo. Nel dicembre 1790 il palazzo era ancora in pessime condizioni, così nel 1791 si decise di dare esecuzione ad una perizia composta dall’architetto Mattia Capponi da Cupramontana: egli voleva ampliare la strada per offrire spazio al cantiere. Ma neanche questo progetto fu portato a termine e nel 1806 il palazzo risultava ancora rovinoso e cadente in ogni sua parte, tanto che la comunità dovette richiedere l’autorizzazione dalla Congregazione dei Vescovi per vendere alcuni beni e la casa del medico e del maestro di scuola per ottenere i mezzi necessari alla riedificazione. La comunità di Appignano doveva sempre far fronte a problemi di carattere finanziario. Fortunatamente alcuni anni dopo, durante l’occupazione e l’amministrazione francese, la situazione risultava adatta a mettere in pratica il progetto di costruire una nuova facciata e di ampliare la piazza antistante. Così per tremilacinquecento lire Appignano avrebbe potuto possedere un Palazzo Pubblico decoroso, una piazza più ampia ed anche un cimitero. Ma solo il cantiere del Palazzo venne avviato e giunse quasi a conclusione nel corso del 1812, perché parte dei finanziamenti sarebbero dovuti servire per completare gli interni della residenza municipale, rinunciando all’ampliamento della piazza. La struttura del Palazzo Comunale è di pianta quadrata con una facciata di rigoroso equilibrio compositivo e di calibrata simmetria. La loggia al pian terreno presenta tre archi. Il frontone a doppio timpano rinvia a una cultura architettonica neoclassica. Ma negli anni Cinquanta del XX secolo la sopraelevazione della struttura di un ulteriore piano ha portato all’eliminazione del timpano e dell’orologio annesso, compromettendo l’equilibrio di rapporti della facciata ottocentesca ed originando seri problemi di carattere statico. Ciò causò l’abbandono del palazzo. Ora un’opera di ristrutturazione ha restituito allo stabile la funzione pubblica.

PALAZZO COMUNALE (1)

Informazioni

Nome della tabella
Costruzione 1790

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