Chiesa di San Giovanni Battista

Rinnovata nel Settecento presenta oggi pianta longitudinale, navata unica, un bel portale in pietra che si evidenzia per le forme arrotondate del timpano e per il cartiglio dalle forme baroccheggianti. Emblematico il suo campanile gotico.

      

Essa fu un importante elemento dell’originario nucleo fortificato di Appignano, costruito nel 1443 in seguito alle occupazioni fatte da Alessandro Sforza, perché l’attuale abside della chiesa un tempo era un torrione poligonale successivamente adattato attraverso il tamponamento degli spazi intermerlari e il taglio della scarpa. La struttura della chiesa venne ampliata all’incirca nella seconda metà del XIV secolo; in questa occasione fu eretta la torre campanaria, la cui cella all’esterno presenta una fine decorazione in cotto ad archetti pensili lobati. In questo periodo fu costruita la nuova abside sfruttando la struttura di un preesistente torrione poligonale. Nel XVI avvenne la fusione della pieve di San Giovanni e quella di San Pietro; ne è una prova la tavola collocata sopra l’altare maggiore in cui sono raffigurati i santi Pietro e Giovanni Battista con la Madonna in trono e il Bambino, Santa Caterina d’Alessandria e due donatori. Risale al 12 marzo 1519 il lascito che ser Giacomo di Lucangelo dispose per la realizzazione di una pala da porre sull’altare maggiore della pieve di S. Giovanni, eseguita dal pittore Marchisiano di Giorgio da Tolentino; quindi la sua realizzazione è posta tra i due estremi cronologici del 1519 e del 1534. Il preposto Giuseppe Fiorani nella sua descrizione della chiesa in “Memorie ecclesiastiche di Appignano” indica la presenza di sette altari; oltre all’altare maggiore vi sono gli altari dedicati a S. Lucia vergine e martire, a S. Giacomo e a S. Vincenzo Ferreri, a S. Bartolomeo Apostolo, al Santissimo Rosario e a S. Giuseppe.Tra il secondo e il terzo decennio del Seicento è datato il rifacimento dell’altare S. Giuseppe e la realizzazione di un’idonea pala per ornarlo raffigurante lo Sposalizio della Vergine. Nel 1626 la comunità commissionò un Cristo per il pulpito, ma quest’opera non è giunta fino a noi anche perché nel 1753 il pulpito fu rifatto con l’intenzione che avrebbe dovuto essere pronto per la Quaresima del 1755. Anche la chiesa, intorno al 1750, subì un importante intervento di ristrutturazione. La nuova chiesa era formata dall’impianto longitudinale a unica navata, fiancheggiata da tre cappelle per parte; il portale, come ora, ha un cartiglio dalla linea vivacemente mossa, che ricorda la consacrazione della nuova chiesa di metà Settecento. Nel 1931 l’interno fu decorato dal pittore Tommaso Gentili di Osimo; al centro della calotta absidale raffigurò il battesimo di Cristo, sulla sinistra la predica del Battista e sulla destra la decapitazione del Battista. La volta del coro presenta la colomba dello Spirito Santo in stucco, mentre le vele recano le immagini di cherubini che sorreggono festoni. La volta della navata mostra al centro il Salvator mundi, i simboli della Passione, entro riquadri delimitati da cornici, e i quattro evangelisti. Nelle vele sopra le finestre si collocano alcuni medaglioni recanti busti di santi.

SAN GIOVANNI2 (1)

Informazioni

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Costruzione XVI Secolo

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